ACAB

ACAB

Di Carlo Bonini

Pubblicato nel 2009
Pagine: 191
Genere: Storico & Politico




Da un po' di tempo ho iniziato ad alternare romanzi con libri di altro tipo. Saggi, libri storici, approfondimenti su alcuni temi "leggeri" ma a me cari, soprattutto legati al mondo del calcio. Così, quando mi sono imbattuto in questo libro, il titolo mi ha incuriosito e ho deciso di iniziare a leggerlo. Pensavo che il titolo fosse una grottesca caricatura di chi quelle quattro lettere le scrive ovunque: in una società dove spesso si registrano episodi di violenza (non parlo solo del mondo del calcio, ma proprio della vita nel tessuto sociale), nessuna persona sana di mente, o di sani principi, si sognerebbe mai di scrivere quella sigla. Ho sempre guardato con sdegno ogni episodio di violenza per motivi futili, premetto che secondo me non c'è motivo che giustifichi l'uso della violenza, ma che si arrivi a scontri e incidenti per questioni calcistiche, questo mi fa rabbrividire. Posso ammettere lo scontro anche acceso -ma sempre verbale- per questioni politiche, perché da un voto favorevole o contrario si può cambiare di molto il modo di vivere di molte persone, ma così come non tollero che un poliziotto spari a un manifestante, non ammetto che un manifestante provi a tirare un estintore addosso a un poliziotto, ne' che a quel manifestante si dedichi una delle aule più importanti d'Italia. Invece questo libro fa passare i poliziotti come provocatori allo stadio come al G8, come degli infami, come dei delinquenti al soldo dello Stato. Come se al poliziotto piacesse lasciare la famiglia a casa, prendersi freddo, pioggia, caldo, vento, per contrastare dei manifestanti inferociti per qualcosa che con quel poliziotto non ha nulla a che fare. Anche la tecnica di scrittura l'ho trovata pessima, a tratti poco chiara.


<- Libro precedente | Libro successivo ->