il confessore

il confessore

(sønner)

Di Jo Nesbø

Pubblicato nel 2014
Pagine: 542
Genere: Mistery & Giallo




Scrivo qualcosa su questo libro parecchie settimane dopo averne finito la lettura. Confesso, per restare in linea con il titolo, di essere rimasto interdetto su cosa scriverne e come valutarlo. Qualcosa mi era piaciuta e qualcosa no, ma non capivo esattamente cosa. Per capire ho dovuto aspettare parecchio tempo e ho dovuto leggere opinioni di altri lettori, alla fine ci sono arrivato. L'autore esprime la sua teoria dei personaggi tipici del giallo in modo piuttosto netto ed evidente: uno è la legge, l'altro è la giustizia. Le due cose dovrebbero coincidere, perseguire lo stesso fine ma non sempre è così, di certo non lo è in questo caso. La legge è l'ispettore capo Simon Kefas, incaricato di catturare il vero e proprio protagonista della storia, l'evaso Sonny Lofthus, che rappresenta la giustizia. Sonny ha vissuto da piccolo il suicidio del padre poliziotto, ha preso la strada della droga, è finito in galera per un duplice omicidio e sta scontando la sua pena. É un personaggio strano, non ha obiettivi nella vita se non quello di prendersi colpe non sue pur di avere eroina in cambio. Quando gli confessano qualcosa riguardante suo padre trova finalmente qualcosa per cui vivere e la storia diventa appassionante, questa è la parte che del libro mi è piaciuta. Riesce a scappare da un carcere di massima sicurezza con uno stratagemma da film dozzinale, di punto in bianco si disintossica dopo oltre un decennio di dipendenza dall'eroina, ritrova vigore fisico e lucidità mentale ed avvia una vendetta inarrestabile e spietata, ma giusta, per cui il lettore finisce con l'affezionarsi al killer che riesce ad attirare su di sé anche le attenzioni di una bella donna. Questa è la parte che non mi è piaciuta, questo eroe colpevole non è realistico, riesce a sfuggire alla polizia che vuole arrestarlo e ai malavitosi che lo vogliono morto semplicemente dormendo nella casa dei suoi genitori, perché a nessuno viene in mente di piazzare un uomo di vedetta. L'intreccio è bello e il finale sorprende, ma alcuni tratti sono banali e non all'altezza della fama di questo autore.


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