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l'isola sotto il mare

Di Isabel Allende

Pubblicato nel 2009
Pagine: 432
Genere: Storico & Politico




Mi sono accorto già dalle prime pagine che questo libro aveva qualcosa di molto diverso da tutto ciò che ho letto in precedenza. Innanzitutto il periodo iniziale e il luogo, l'isola di Santo Domingo (oggi Haiti) nel 1770 e più precisamente la parte dell'isola assoggettata al dominio francese. In secondo luogo il fatto che la narrazione abbraccia un periodo molto lungo, oltre quaranta anni tra l'isola stessa e il trasferimento dei protagonisti in Louisiana. Infine, il fatto che Zarité sia una protagonista a volte nel vero senso della parola, con vicende che riguardano direttamente lei, altre volte invece appare come testimone del cambiamento e del clima di ribellione presente nell'isola. All'inizio del libro Zarité, detta Teté, è una piccola bambina congolese venduta come schiava. Col passare del tempo cresce sempre più il vento della ribellione alla schiavitù e sull'isola si versa tantissimo sangue. Le vicende sociali e politiche coinvolgono Teté in tanti modi e la sua vita è tormentata e ricca di eventi che la segnano per sempre. Quando la ribellione appare non più gestibile, inizia un lento esodo verso l'America, in Louisiana. Qui molti protagonisti si ritrovano, in condizioni diverse, ed ogni storia continua tendendo sempre più ad amalgamarsi con la nuova cultura americana, sempre però con l'occhio e l'orecchio tesi a ciò che accade sull'isola. Le vicende storiche, politiche e sociali assumono più importanza della storia d'amore, tutt'altro che la solita smielata, presente nel libro, e la lettura scorre veloce quasi sempre, ma rallenta parecchio quando si arriva in America. É un libro che personalmente ritengo piacevole come romanzo, interessantissimo da quello culturale.


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