Di Don DeLillo
Pubblicato nel 2001Si parla di questo autore come di un artista immenso, capace di notare ogni particolare apparentemente insignificante della vita come un rapace in cerca di una preda, e devo dire che su questo mi trovo d'accordo. Ha un lessico e delle capacità linguistiche che letteralmente travolgono il lettore, lasciandogli dentro uno stile assolutamente inimitabile. Purtroppo, però, seppure molto ben elaborata, la sostanza è veramente poca. Il libro è breve, ciò che accade è anche meno, le pagine diventano numerose perché ogni singolo dettaglio è sviscerato completamente e portato alla luce. Ne esce fuori qualcosa più simile ad un esercizio di scrittura che a un romanzo breve. Una donna giovane rimasta vedova di recente per il suicidio del ben più anziano marito, vive il distacco da lui in preda ai suoi demoni e fantasmi. Si trova in casa un uomo attraverso il quale sembra parlare il suo defunto marito, ma forse quest'uomo è solo un'invenzione della psiche sofferente di lei. La trovo un'idea interessante, da cui sarebbe stato possibile dare vita a un lavoro di spessore, invece è rimasta così, un po' raffazzonata, che non mi ha convinto per niente.