La trilogia delle metamorfosi continua con un romanzo ambientato in Sicilia negli ultimi anni del fascismo, fra linee ferrate da riparare, caselli ferroviari da far funzionare continuamente e raid aerei inglesi che seminano morte e distruzione. Nino Zarcuto fa il casellante e arrotonda lo stipendio esibendosi come musicista insieme ad un amico nella bottega del miglior barbiere di Vigà ta. Ad un certo punto della storia, però, sua moglie vive un doppio dramma che la conduce alla follia. La donna vuol diventare un albero e suo marito a un certo punto scambia quasi i piedi di lei per radici arboree. Ma dal dramma, sia quello personale di Minica che quello globale della guerra, può nascere una nuova speranza, qualcosa capace di mutare il destino di chi si sente spacciato. Storia particolare, piacevole, breve.